L’esperienza di Rutherford consisteva nel lanciare contro gli atomi di una sottile foglia metallica alcune veloci particelle subatomiche cariche positivamente, penetrando in un atomo, una di queste particelle è respinta dalla carica positiva in esso contenuta ed è attratta dalle cariche negative degli elettroni. Ma poiché l’effetto di questa attrazione è trascurabile, a causa della piccolissima massa degli elettroni, la particella positiva incidente subisce, solo l’azione della forza repulsiva dovuta alla carica positiva contenuta nell’atomo.
La particella devia così dal suo percorso rettilineo, però questa deviazione è diversa a seconda di come la carica positiva è distribuita nell’atomo.
La deflessione della particella positiva che colpisce un atomo, corrisponde esattamente a quella che si deduce ammettendo che tra essa e la carica positiva dell’atomo valga la legge di Coulomb. Quindi in un atomo la carica positiva deve essere concentrata in un nucleo.
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